Su come facesse Eusapia Palladino nelle sue sedute non lo si sa con certezza. Alcuni dei suoi trucchi sono stati scoperti, altri no.
Uno degli elementi che non poteva mancare in una seduta spiritica era il tavolino intorno al quale Eusapia faceva disporre i partecipanti. Tavoli danzanti venivano chiamati, i quali durante le sedute prendevano a muoversi. Forse mossi e sollevati con i piedi o come si azzardò con una ipotesi “col seno suo proteso all’innanzi, col trattenere il respiro e col gonfiare la cassa toracica”.
In una fotografia scattata la sera del 7 gennaio 1907, con la quale si era voluto semplicemente fissare il momento di una levitazione del tavolo, inaspettatamente si era riusciti a catturare “strie” e “razzi”. Meraviglia! Nessuno, durante la seduta aveva visto quello che solo la lastra fotografica era stata in grado cogliere. Si suppose fossero la prova della medianità di Eusapia: quelle erano scie di presunta origine biopsichica! Era davvero così?
Ma no! Un esame mostrò che quelle “radiazioni energetiche” non partivano affatto dal tavolino. Una lente d’ingrandimento svelò l’arcano: la colpa non era stata di un occulto mistificatore, ma di una candela accesa che aveva ripetutamente attraversato lo spazio davanti alla macchina alla quale, inavvertitamente, non era stato apposto l’otturatore. Le speranze di aver finalmente tra le mani una prova andarono così in fumo con il fuoco di quella candela.
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