Raimondo di Sangro

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@RaimondothePrince

Informazione di base

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Inventore, anatomista, militare, alchimista, scrittore, letterato presso me stesso
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Principe presso Sansevero
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Ha studiato presso Collegio Romano, Scuola dei Gesuiti, Roma
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Vive a Napoli, Regno di Napoli
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30 Gennaio 1710
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Napoletano, Italiano, Latino, Greco, Francese, Quipu (peruviano) e altro…
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In una relazione complicata con Sacra Romana Chiesa Cattolica
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Sposato con Carlotta Gaetani dell’Aquila d’Aragona
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Membro della Massoneria, dal 1737 al 1751
(CEO) Gran Maestro della Massoneria Napoletana, dal 1750 al 1751
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Membro dell’Accademia della Crusca, dal 1747
Nickname: Esercitato
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1740 – Cavaliere dell’Ordine di San Gennaro

In breve

Il mio motto è “Esercitar mi sole”.

Infatti, non mi fermo davanti a nulla. Sono un nobile, esoterista, inventore, anatomista, militare, alchimista, massone, mecenate, scrittore, letterato e accademico italiano: insomma, sono un ottimo esponente del primo Illuminismo europeo.

Mi ritengo una persona eclettica e poliedrica, che sperimenta il “meraviglioso intelletto” in diversi campi del sapere umano, dalle scienze (chimica, ingegneria, meccanica …) alle arti e alla scrittura.
Mi piace conoscere e sfidare i limiti della natura e del sapere. Per tanti, infatti, i miei risultati sono “prodigiosi”.

Sono conosciuto come “o’ Principe” e il mio nome è sicuramente legato alla Cappella Sansevero, il mausoleo di famiglia che ho riorganizzato e abbellito (forse vi ricorderete del Cristo Velato e delle Macchine Anatomiche). Opere come queste, ma anche tante altre mie invenzioni, scritti ed eventi mi fanno apparire come un personaggio meraviglioso e strano… e hanno alimentato su di me un vero e proprio mito… ma vi dirò, non mi dispiace!

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Raimondo di Sangro si trova presso Collegio Romano, Scuola dei Gesuiti, Roma 

6 agosto 1729

Sono sempre stato un tipo abbastanza sveglio, ma ho avuto modo di dimostrare al #mondo la mia bravura, qui al Collegio Romano! Oggi ancora una volta, ho dato prova del mio “maraviglioso intelletto”: ho progettato, in occasione di una rappresentazione teatrale, un ingegnoso palco pieghevole, perché nell’atrio del collegio lo spazio scarseggia. Persino @Nicola Michetti, l’ingegnere dello zar Pietro il Grande, è rimasto stupito! Tanto studio viene ricompensato!
Dovete sapere che sin dalla prima infanzia lo #studio e la #ricerca mi hanno fatto compagnia. A Napoli, nell’imponente palazzo in largo San Domenico Maggiore, sono cresciuto con mio nonno Paolo, che mi ha avviato allo studio della letteratura, della geografia e delle arti cavalleresche.
Capii subito, e lo dico senza modestia, che ero un #enfant prodige. Ed ecco perché mi trovo nella Città Eterna, nel Collegio Romano dei gesuiti. Nove anni fa la mia famiglia ha deciso di far fruttare il mio ingegno e mi ha iscritto nella scuola più prestigiosa che ci sia. Qui, negli anni, sotto la guida di grandi maestri, mi sono dedicato con ottimi risultati alla filosofia e alle lingue. Ne conosco otto: sono un #poliglotta. Ma mi sono dedicato anche alla pirotecnica e alle scienze naturali, all’idrostatica e all’architettura militare. Nella scuola romana ho conosciuto le opere e il museo naturalistico di @Athanasius Kircher. Lo conoscete?! È il celebre scienziato e tuttologo del Seicento, i cui testi sono fitti di rimandi alla tradizione ermetica … che, posso assicurarvi, è un mondo davvero interessante … quasi magico!



Nicola e altri 56

Giovanni e altri 4

Commenti:

Nicola Michetti
Nicola Michetti: Raimondo, hai fatto un ottimo lavoro! Che caro nonno avevi! Una domanda sorge spontanea… E i tuoi genitori? Hanno condiviso le tue scelte di studio?
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Raimondo di Sangro: Ancora grazie, Nicola! Purtroppo, mia madre, la nobile Cecilia Gaetani dell’Aquila di Aragona, è morta dopo neanche un anno dalla mia nascita. E mio padre, per una serie di motivi, è stato costretto ad allontanarsi per lunghi periodi.
Nicola Michetti

Nicola Michetti: Mi dispiace tantissimo! :'(

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NascitaTorremaggiore, Puglie, 30 gennaio 1710Raimondo di Sangro, settimo principe di San Severo, figlio di Antonio, Duca di Torremaggiore e di Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona Sanseverino dei Principi di Piedimonte. Collegio dei Gesuiti
Roma, 10 marzo 1723Nel 1723 attestazioni confermano la presenza di Raimondo a Roma Nozzenovembre – dicembre 1735Nozze con Carlotta Gaetani dell’Aquila d’Aragona Cristo Velato
13 febbraio 1754
Giuseppe Sanmartino riceve l’ultimo pagamento per il Cristo Velato. Macchina anatomica
27 novembre 1756Giuseppe Salerno presenta a Napoli nella Camera delle Conclusioni, una macchina anatomica

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Raimondo di Sangro si trova presso Napoli 

10 febbraio 1751

Amiche e amici, che gioia! Ho avuto il permesso di pubblicare il libro su cui stavo lavorando da tempo e che ha avuto anche il favore dell’@Accademia della Crusca, di cui, come sapete, sono membro!
Volevo un titolo che rendesse giustizia alla complessità del testo, ma alla fine ho optato per una versione più breve: Lettera Apologetica dell’Esercitato Accademico della Crusca contenente la Difesa del libro intitolato Lettere d’una Peruana per rispetto alla supposizione de’ Quipu scritta alla Duchessa di S**** e dalla medesima fatta pubblicare. Chiaro, no?! Forse no … Va bene, va bene, ora vi spiego.
Qualche anno fa, nel 1747, è stato pubblicato a Parigi un romanzo epistolare dal gusto esotico, Lettere d’una Peruana di @Françoise de Graffigny. La protagonista è una ragazza peruviana che, portata da un ufficiale francese in Europa, scrive al suo amato rimasto in Perù in quipu. Quando l’ho saputo, volevo spiegare alla mia amica duchessa questo antico sistema comunicativo in uso presso gli Incas.
Alcuni vi diranno che tra le righe si possano leggere gli intenti civili e i fermenti innovativi della @Massoneria, rinvii alla tradizione cabalistica, perfino messaggi esoterici veicolati attraverso un “maligno gergo”. Non sarò certo io a fermare le voci sul mio conto…
Ah, ancora una cosa! L’ho stampato in quattro colori e con una sola pressione di torchio, grazie a una tecnica perfezionata da me! Al testo sono anche allegate tre bellissime tavole: nella prima ho elaborato graficamente i segni principali, o “Parole Maestre”, dell’antica lingua incaica, quali Dio, Notte, Acqua, Sole e altri; nella seconda ho tradotto in quipu una canzoncina peruviana; nell’ultima ho dimostrato la possibilità di traslitterare in nodi gli alfabeti latino, italiano, francese, spagnolo, tedesco e inglese.
Top! Poi qualcuno dice che non è proprio così… ma lasciamo stare…


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Jean e altri 34
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Commenti:

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Che ne pensate del frontespizio del mio libro? Invece quelli accanto sono i quipu. Davvero strani per noi!
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Jean Antoine Nollet: Tutto chiaro, Raimondo. Ma… i quipu? Cosa sono?!  :O
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Raimondo di Sangro: Cosa sono i quipu? ! Sono nodi, fatti con cordicelle variamente colorate di cui la civiltà precolombiana si è servita per registrare conti o avvenimenti. Ma mica mi interessavano davvero… in realtà nel libro, ho inserito riferimenti al panteismo, alla necessità del libero pensiero, a teorie sull’origine del mondo, dell’uomo e della scrittura. Ho espresso la mia ostilità all’ingerenza della Chiesa e all’introduzione del Tribunale dell’Inquisizione nel Regno di Napoli. Come potevo farlo diversamente?!
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Raimondo di Sangro si trova presso Napoli 

16 febbraio 1754

Pur essendo sabato, oggi è una giornata molto triste!
Ahimè, la Congregazione dell’Indice dei libri proibiti alla presenza del @Pontefice Benedetto XIV ha deciso di non accogliere la mia istanza per eliminare la mia Lettera Apologetica dall’Indice! :'(
Sono anni che cerco di spiegare le mie ragioni, ma non c’è stato verso…

Come sapete, nel mio scritto ho citato autori e testi eretici o sospetti. Alcuni membri del clero non l’hanno presa proprio bene e lo hanno additato come pamphlet anti-cattolico. Insomma, voci su voci. Non si parlava d’altro! Finché, il 29 febbraio del 1752, la Congregazione romana dell’Indice ne ha proibito la lettura. Ma i miei guai erano appena cominciati! Il 27 dicembre fui allontanato dalla @Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro!!! Capite?! Che affronto, amici… Che cosa potevo fare?!
Ho deciso di pubblicare allora la Supplica umiliata alla Santità di Benedetto XIV, un’apologia per la mia Lettera.

Ho spiegato come il mio intento non fosse certo quello di sovvertire o andar contro la Chiesa, né il gergo in cui è stata scritta l’opera fosse “maligno, ma” anzi “del tutto innocente”. Semplicemente il mio linguaggio era paragonabile alle parabole di Gesù o ai linguaggi segreti così in voga presso le corti europee.
E quindi arriviamo ad oggi, la mia istanza non è stata accolta perché i miei argomenti sono ritenuti privi di qualsivoglia utilità, ma anche perversi e sospetti.

Ancora una volta il mio genio non è stato compreso… mi chiudo nel mio laboratorio!! :'(

A volte mi sento come in un quadro di Johannes Vermeer.


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Commenti:

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Fortunato Bartolomeo De Felice: Oh, povero prince. Vorrei proprio sapere che si cela dietro tale scelta nefasta!
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Raimondo di Sangro: A scagliarsi fortemente è stato il sacerdote Innocenzo Molinari, che in uno scritto di 280 pagine, pubblicato nell’autunno di quell’anno, ha cercato di convincere i lettori che la mia fosse un’opera cabalistica e scritta in codice. Ho deciso quindi di presentare una petizione al @Re di Napoli (il 12 novembre 1752) e Molinari è stato processato, esiliato e il libro reso proibito.
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Guglielmina di Prussia: Che succede, teso?!
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Raimondo di Sangro: Amo vieni in chat!
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Raimondo di Sangro si trova presso Cappella Sansevero, Napoli

18 giugno 1754

Io lo so… ne sono certo! Verranno da tutto il mondo a vedere quello che io sto pian piano creando.

Come spiegavo qualche giorno fa al mio amico di penna, il fisico @Jean Antoine Nollet, la Cappella della mia famiglia sta prendendo forma!
Dopo quasi un secolo di abbandono, nel 1740 ho cominciato i lavori di ristrutturazione e valorizzazione della Cappella, anticamente chiesa di Santa Maria della Pietà, che circa nel 1574 il mio avo Ferrante de Sangro comprò vicino al palazzo di famiglia.
Altri miei avi in passato hanno fatto dei lavori, ma il mio #progetto è molto più grande! Voglio che quasi si pensi che io sia il suo fondatore. Per la realizzazione sto coinvolgendo artisti di grande rilievo, a cominciare da Antonio Corradini, che dal 1748 è diventato il mio consigliere nella fase progettuale e il mio braccio operativo nella fase realizzativa.Ha dato vita alla statua del Decoro, il monumento a Paolo e a Giovan Francesco de’ Sangro, e infine la Pudicizia, in cui una donna ricoperta da un velo marmoreo trasparente ha il volto di mia madre.

Avevo commissionato a lui anche l’esecuzione del Cristo velato, del quale realizzò un bozzetto in terracotta. Purtroppo, due anni fa, Antonio è morto, e la statua è stata scolpita da @Giuseppe Sanmartino. Come ho scritto a Nollet, questa sarà l’opera che renderà la Cappella famosa in tutto il mondo! Tutti l’ammireranno! Giuseppe è stato davvero molto, molto bravo!

Dopo la morte di Antonio, il mio consigliere è diventato @Francesco Queirolo, che ha scolpito anche molte statue. Vi invito a venire a trovarmi e ad ammirare tutte queste opere, che sono sicuro vi lasceranno a bocca aperta! Qui una piccola anteprima … 😉

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Commenti:

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Jean Antoine Nollet: : Lodevole tutto il lavoro, Prince. Come mai la scelta di tale Antonio Corradini?
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Raimondo di Sangro: Io e Antonio condividevamo un #sentirespiri-tuale comune, entrambi #figlidellaMassoneria. Il tempio per noi non doveva soltanto celebrare la storia del mio casato, ma abbiamo reso eterne le nostre dottrine pietrificandole in questo luogo e lasciando dei messaggi a chi fosse in grado di codificarli.

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Guglielmina di Prussia: Wow!! Complimenti Raimondo! Davvero notevole. Sono curiosa di sapere che statue ha scolpito Queirolo
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Raimondo di Sangro: Lui ha scolpito, per ora, le statue della Educazione e della Liberalità e quella a cui sono particolarmente legato: il Disinganno, dedicata a mio padre che da giovane, dopo la morte della mamma, prese una brutta strada. Dopo aver riconosciuto i suoi errori, tornò in patria e divenne qui sacerdote. Quella rete è il #groviglio dal quale lui si è pian piano liberato. Vabbè! Poi ogni statua ha mille significati!
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Raimondo di Sangro si trova presso Appartamento della Fenice, Napoli 

20 maggio 1763

Vi capita mai di essere giù di morale? Avete un luogo in cui vi sentite voi stessi?
Ecco, per me quel luogo è il mio laboratorio: l’Appartamento della Fenice. Sapete no?! La Fenice è il simbolo per eccellenza della resurrezione.
Studiare la vita, capire il mistero che vi si nasconde è il mio desiderio più grande. La conoscenza è la nostra arma più grande ed è per questo che trascorro il mio tempo tra carte, alambicchi e quelle che possono apparire strane pozioni. Le dicerie su di me sono tante. Forse perché tanti sono gli esperimenti e le invenzioni che ho fatto nel tempo.
Parlando di resurrezione, sapete qualcosa sulla #Palingenesi? È una vera e propria rigenerazione dei corpi, come quella che ho compiuto con i granchi di fiume. Non andrò nel dettaglio, ma questi, una volta bolliti, bruciati e ridotti in cenere, dopo essere stati cosparsi con sangue di bue …. ci credete che siano tornati in vita?! Esperienze come queste e quelle su ossa umane [quali?] hanno fatto crescere a dismisura l’idea che io sia uno #stregone o un #negromante. Se non proprio un assassino. Che sciocchezze!!!
E arriviamo ad oggi … il mio amico @Giuseppe Salerno, medico palermitano, sta lavorando sulla seconda #macchina anatomica. Nel 1756 tenne a Napoli un’esibizione pubblica in cui ha mostrato un modello anatomico: lo scheletro di un uomo in posizione eretta, con il sistema arterovenoso perfettamente integro.
Quella meraviglia doveva essere mia! L’ho comprata e ho assunto Giuseppe per farmi realizzare un’altra macchina, questa volta di una donna. E l’ha fatta! Come l’ha realizzata, vi starete chiedendo? Eh … non posso dirvelo.
Alcuni parlano di “iniezione”, ipotizzando che Salerno, sotto la mia direzione, abbia inoculato nei vasi sanguigni un liquido metallizzante per renderli visibili e fissarli nel tempo. Questi due modelli saranno “immortali”. Ancora una volta la scienza e la conoscenza generano la #MERAVIGLIA!
La Fenice che immola sé stessa su una pira funeraria disegnata da John Droeshout.
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Questa è la bibliografia di
Raimondo di Sangro

Primaria
Secondaria
Primaria

* Anon., 1776. Breve nota di quel che si vede in casa del Principe di Sansevero D. Raimondo di Sangro. Napoli: n.d.
* di Sangro R., 2002. Lettera apologetica dell’esercitato accademico della Crusca contenente la Difesa del Libro Intitolato Lettere d’una Peruana per rispetto alla supposizione de’ Quipu, a cura di Spruit L. Napoli: ed. Alòs.
* di Sangro R., 2006. Supplica a Benedetto XIV, a cura di Spruit L. Napoli: ed. Alòs.
* di Sangro R., 2019. La materia del fuoco. Lettere a Giraldi e Nollet, Dissertation, a cura di Massaro V. Napoli: ed. Alòs.

Secondaria

* Attanasio S., 2011. In casa del principe di Sansevero, Architettura, invenzioni, inventari. Napoli: ed. Alòs.
* Bertucci P., 2007. Viaggio nel paese delle meraviglie: scienza e curiosità nell’Italia del Settecento, Torino.
* Buonoconto M., 2005. Viaggio fantastico alla luce del lume eterno. Le straordinarie invenzioni del principe di Sansevero. Napoli: ed. Alós.
* Cioffi R., 1994. La Cappella di Sansevero. Arte barocca e ideologia massonica, II ed. Salerno: Edizioni 10/17.
* de Ceglia F.P., 2019, The Fantastic Anatomy of Raimondo de Sangro, Prince of Sansevero, in «Medicina nei Secoli», 32(2), pp. 657-678.
* Masucci F., Spruit L.,2020. Raimondo di Sangro. Cronache di vita e opere, Napoli: ed. Alós.
* Nappi E., 2010. Dai numeri la verità. Nuovi documenti sulla famiglia, i palazzi e la Cappella dei Sansevero. Napoli: ed. Alós.
* Rua M., 2015. Il Rituale di pietra. Simboli e segreti della Cappella Sansevero. Napoli: ed. Alòs.
* Rutoli F. (a cura di), 2003. E parve castigo del cielo. Voci di fine Ottocento sul Principe di Sansevero e il suo palazzo. Napoli: ed. Alós.